Mi fa piacere pubblicare uno scambio di lettere avvenute fra la nostra
RSA ed una collega iscritta che mi sembri segni in maniera inequivocabile il
tempo che stiamo vivendo e cosa ci aspetta. Buona lettura e buona riflessione.
Cari amici e colleghi bancari: “Ma che
cosa ci devono fare in più, perché finalmente ci si incazzi?”
S. - Ciao, mi
consenti (!) un paio di riflessioni dopo l’assemblea di ieri?
E’ stata una bella assemblea,
molto partecipata e decisamente utile a capire ancora meglio cosa c’è in ballo
dietro il nostro prossimo sciopero, per quanto sia un po’ triste vedere che la
partecipazione per i nostri specifici interessi è sempre molto alta, mentre ad
esempio lo sciopero contro il Jobs Act non ha avuto la stessa percentuale di
partecipazione, ma va beh.. forse è una questione di sensibilità e capacità di
vedere oltre il proprio orticello.A parte questo, però, quello che ci si prospetta è davvero importante, categoria o non categoria, perché rappresentativo rispetto al potere arbitrariamente discrezionale che gli imprenditori potranno avere quando non esisteranno più i contratti collettivi.
A mio parere, è un GROSSO problema l’incapacità della nostra categoria, quindi delle proprie rappresentanze sindacali, di riuscire a denunciare in modo significativo i rischi che stiamo correndo, noi nel caso specifico, ma in realtà tutti gli attuali e futuri lavoratori dipendenti del paese.
Sempre a mio avviso, è indispensabile sottolineare quanto profonda e sostanziale sia la differenza tra banchieri e bancari, e denunciare all’opinione pubblica nel modo più incisivo possibile ad esempio una sintesi tra quanto ripeteva ancora una volta Sementilli ieri, insieme alle inaccettabili intenzioni dell’ABI.
Ben vengano le dimostrazioni, per carità, ma sinceramente non credo siano sufficienti a sensibilizzare il pubblico e/o a creare negli altri solidarietà e consapevolezza, tralasciando il fatto che un solo giorno di sciopero ben poco incide sul sistema bancario.
Allora, per esempio, perché tutte le sigle sindacali - per una volta concordi - non decidono di acquistare una pagina su Repubblica e sul Corriere per denunciare, che so, l’atteggiamento dell’ABI e le ragioni dei lavoratori, l’incapacità dei banchieri e la malafede nel proclamare le difficoltà delle banche? A maggior ragione adesso, che la BCE continua ad alimentarle senza che tutto questo flusso di denaro serva minimamente a ridare ossigeno alle imprese o ai privati.
Scusa il “pippone”, solo per condividere con te le mie riflessioni di ieri sera e provare a dare un suggerimento costruttivo (forse).
F. - Azzeccatissimo
e concordo a pieno con tutto ciò che hai scritto. Anzi provvedo proprio a
girare, ovviamente in forma anonima, il tuo scritto ai “grandi capi”; e perché
no anche sul blog.
Sono stato piacevolmente colpito
stamani dalla quantità di persone che, compreso a pieno che un giorno di
sciopero lascia il tempo che trova, hanno deciso di non limitarsi a lamentarsi,
ma hanno proposto qualcosa.Pagine sui giornali, manifestazioni mirate durante le uscite pubbliche di ABI, lettere aperte alle Fondazioni, programmi radio locali e nazionali.
Sembra che qualcosa si stia muovendo al grido di: “Ma che cosa ci devono fare in più, perché finalmente ci si in.ca.zzi?”
S. - Oh, meno
male: mi fa piacere sapere che l’i.n.c.a.z.z.a.t.u.r.a. sta finalmente
crescendo e allargandosi. Grazie di tutto.
E ora, per cominciare, tutti in piazza a manifestare!
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