giovedì 30 maggio 2013

domenica 19 maggio 2013

Il valore del lavoro - contributo dagli iscritti

Finalmente ricevo, e con piacere giro sul blog. Il pezzo è un po' datato, ma alla fine e dopo varie elucubrazioni, ho deciso di mantenerlo nella sua forma originale.
Prego semplicemente il lettore di fare un piccolo sforzo per riportare i fatti scritti due anni fa, ad oggi.
Buona lettura.

Il lavoratore è un costo oppure una risorsa?
Mi sembra che da un pò di anni si pensa che il lavoro sia un costo,. In effeti lo è ma è anche e soprattutto una risorsa
Chi pensa solo al costo adotta comportamenti soprattutto tesi alla sua riduzione, Chi invece lo pensa come una risorsa adotta comportamenti tesi a meglio utilizzarlo (tramite l'organizzazione e la formazione) ma anche, se del caso, a potenziarlo.
Chi pensa al lavoro come costo adotta una politica difensiva, tesa alla conservazione dell'esistente e non adotta comportamenti adeguati alle sfide.
Chi pensa al lavoro come risorsa lo utilizza come risposta alle sfide, per risolvere i problemi che via via si presentano.
Fatta questa premessa
Cosa fa pensano Intesa e Centro Leasing?
Mi sembra pensino più al costo che alla risorsa.
In Intesa nell'arco del triennio 2007-2009 ha mandato via attraverso il fondo esuberi e con pensionamenti coatti, circa 10.000 dipendenti.
Due anni dopo si ritrova a dover chiedere 5 Miliardi di euro ai soci e denuncia altre 10.000 eccedenze
In Centro Leasing si riduce il personale negli ultimi 2-3 anni della metà (da 300 a 150 unità).
Nel bilancio consolidato 2010, tenuto quindi  conto sia di CL banca che CL Rete, il costo del personale  passa da 20,7 milioni di eruo a 16,9 milioni di euro
Quindi anche in questo caso si è mirato a ridurre il costo del lavoro
Anche in questo caso non sembra la soluzione corretta ed in fatti Il bilancio chiude con una perdita di 42 milioni di euro

Punto chiave la qualità del credito ed il suo recupero
Probabilmente, nel caso di Centro Leasing, la perdita è sicuramente da attribuire al rilevante aumento delle perdite presunte o certe dei crediti che passano da 51,3 milioni a 116,1 milioni ((+126%).
E' evidente che in questo caso, visto che diventava importante la qualità del credito ed il suo recupero, andavano potenziati e migliorati le funzioni di concessione e di recupero del credito.
E' evidente però che questo contrastava con la politica di riduzione del personale che infatti ha interessato anche tali uffici.
Per quanto riguarda il recupero del credito i gestori del contenzioso si sono visti aumentare i clienti da gestire.
E' evidente che proprio in questo caso il personale non doveva rappresentare un problema (costo da ridurre) ma una risorsa (per fronteggiare il maggiori numero di insolvenze).
Dare colpa alla crisi economica mi sembra un pò riduttivo.
E' evidente che la crisi ne è causa principale ma proprio per questo andava mantenuto un livello di carichi di lavoro tale da consentire di fronteggiare in maniera adeguata la situazione

 

Incontro il 21 maggio

Martedì 21 prossimo anche FALCRI è a Milano per incontrare l'azienda. È semplicemente la seconda parte dell'incontro annuale iniziato lo scorso 12 aprile.
Questo si sviluppa infatti in due fasi; una prima in cui le ràppresentanze sindacali pongono all'azienda domande, perplessità e problematiche, ed una seconda in cui l'azienda offre le proprie risposte.
Che dire: niente di particolare senonché la situazione della governance è cambiata, vedi precedenti post, e quindi in mezzo alle risposte dell'azienda magari, e con il loro consenso ovviamente, chiederemo informazioni su queste novità.
Vi terrò aggiornati.

lunedì 13 maggio 2013

Il Supermercato del Credito - come è cambiato il volto della Banca

Il Supermercato del Credito
Come è cambiato il volto della Banca dal 1948 ad oggi.
"No, qui non siamo in Banca, qui si vende per davvero."
Questa era la prima lezione che veniva impartita ad un nuovo e giovane agente di commercio appena entrato in ufficio, ed aveva in se una enorme verità e una fondamentale regola.
In Banca non si vendono oggetti o servizi, o meglio, si vendono ma questo non è l'elemento caratterizzante e la sua sola e principale finalità.
Come al solito è dalla Costituzione che dobbiamo partire, nello specifico dall'art. 47, per capire quelle verità che nascondevano le parole del Capo Vendite.
"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; […].”
Evidentemente i Costituenti ritenevano che uno degli aspetti fondamentali della vita di un cittadino, degno di tutela nella Legge Fondamentale, dovesse essere quello del risparmiare per garantirsi un futuro sicuro e dignitoso. Ed è altrettanto vero che il luogo prediletto del risparmio non può che essere considerata la Banca. D’altra parte e a riprova di questo, basta riferirsi al Testo Unico Bancario, la legge quadro che disciplina il settore, dove all’art. 10 comma 1, si sancisce proprio l’attività del risparmio.
Premesso tutto ciò e prima di tutto quindi, in Banca non si vende, ma si raccoglie risparmio per tutelare il futuro dei nostri concittadini.
Ma il risparmio non è la sola funzione pubblica che si esplica in Banca e di cui parla la Costituzione. “[…]; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.”
Basta prendere un qualsiasi compendio del liceo o fare una rapida ricerca in internet per capirlo e di nuovo ne parla a chiare lettere il Testo Unico Bancario, art. 10, comma 3.
La Banca assume e condivide il rischio di impresa, finanziando, cioè concedendo credito,  a consumatori e imprese, promuovendo così gli investimenti e quindi promuovendo la creazione di nuova ricchezza.
Infine, e giusto per ribadire quanto sopra affermato.
Se la Banca non svolgesse attività di pubblica rilevanza, a che fine si sarebbe sentita la necessità di creare così tanti organi di controllo delle sue attività: Banca d’Italia, Consob, UIF, ecc. Esistono forse organi di vigilanza per i supermercati, o per i parrucchieri? (Ovviamente senza togliere rispetto a queste e a tutte le altre attività produttive).
Premesso tutto ciò risulta preoccupante ascoltare le parole di certi top manager  del settore del credito che corrono  a scaricare dalle Banche ogni responsabilità nella ripresa economica, come se quelle funzioni costituzionalmente previste e garantite non li riguardassero affatto. Sarebbe forse meglio dire che non ci si può aspettare un miracolo dalle Banche; che la Banca deve investire, ma essa stessa non deve sperperare. Ma a chi spetta accettare il rischio di impresa assieme ad un imprenditore con un buon progetto? A chi spetta consigliare e vigilare affinché non si dilapidino i risparmi di una vita in investimenti avventati? A chi spetta vigilare sul riciclaggio del denaro sporco? A chi spetta decidere se concedere o meno quel finanziamento o quello sconfino che può determinare la vita o la morte di un'impresa?
Altrettanto aberrante risulta allora, rispetto alla natura di pubblica utilità, leggere e sentire dei tanti abusi relativi alle insopportabili pressioni commerciali addossate alla rete delle filiali. Questo dimostra ulteriormente come ormai sia stata completamente travisata la figura e la funzione della Banca, ridotta solamente ad un supermercato finanziario.
Ed ecco perché è oggi diventato un obbligo tornare a leggere, studiare ed assimilare quanto contenuto nella nostra Legge Fondamentale e, perché no, andare anche oltre. E’ indicativo rileggere quanto contenuto nell’art. 1 dello Statuto della Fondazione Monte dei Paschi di Siena che nel 1600 così affermava: “Il Monte dei Paschi di Siena, creato per voto della Magistratura e del popolo senese con rescritto Granducale del 30 dicembre 1622 e legalmente costituito con istrumento di fondazione del 2 novembre 1624, onde avessero fecondo sviluppo, ordinamento e regola, con privato e pubblico vantaggio per la città e Stato di Siena, […].” O magari rileggere l’art. 3 comma 1 dello Statuto della Compagnia di San Paolo che così recita: “La Compagnia persegue finalità di utilità sociale, allo scopo di favorire lo sviluppo civile, culturale ed economico, […].”
La Banca non è un supermercato ed i lavoratori impiegati in questo settore non possono essere assimilati ad un commesso. Con tutto il rispetto che merita ogni tipologia di lavoro, il bancario è un’altra cosa… lo dice la Costituzione!

News dal Gruppo Intesa

Apprendiamo dai quotidiani che, con il rinnovo delle cariche sociali, sono arrivati importanti cambiamenti all'interno della governance di Gruppo.
In particolare per la nostra realtà di Centro Leasing e di Centro Factoring, la grande novità ė il passaggio, o ritorno se si vuole, sotto il controllo della Banca dei Territori.
Le società prodotto cioè passano dal comparto Corporate del Gruppo, a quello della rete di filiali.
La FALCRI accoglie questa notizia con un moderato ottimismo; moderato perché già in varie altre occasioni il sorriso di una buona notizia si è dovuto spegnere troppo velocemente davanti al dietro front dell'azienda.
Ottimismo perché tale notizia potrebbe dare la risposta ad un'importante domanda che ci siamo sempre fatti e cioè "che cosa ci dobbiamo aspettare nel caso in cui fusioni, ristrutturazioni o quant'altro, determinino degli esuberi".
Bene, mentre sotto il controllo del settore corporate la risposta era molto limitata (Milano), con tale novità si pare tornare un po' a due anni fa, il tempo del grande esodo verso le casse delle filiali. Insomma, a fronte di eventuali esuberi potrebbe riaprirsi una fondamentale valvola di sfogo.
Con ciò, non vogliamo certo auspicare gli esuberi, ci mancherebbe altro, anzi ribadiamo che le nostre aziende continuano ad essere perennemente sotto organico (altro che esuberi), ma con i tempi che corrono e le voci che girano (riusciremo mai ad avere un'azienda con le palle per parlare chiaramente ai propri lavoratori ed essere trasparente - sigh), meglio avere il rischio di finire in Cassa che a Milano.
Voi che ne dite?

Buona notte.

Allarme quadri!

Recenti parole rilasciate dalla dirigenza del Gruppo destano una certa perplessità.
Le dichiarazioni secondo cui "in Banca si guadagna troppo" non possono che preoccupare perché decisamente false.
Chi guadagna troppo?
Forse le aree professionali?, che dopo gli ultimi rinnovi si sono visti imporre: quattro giorni di solidarietà (dicesi cassa integrazione), dimezzare il VAP (almeno nella nostra azienda), eliminare molte delle indennità per i figli, ridurre i ticket restaurant, bloccare i piani di carriera, bloccare gli straordinari, eliminare i permessi per visita medica, regalare ore al fondo di solidarietà senza vedere una nuova assunzione, ecc.
O forse a guadagnare troppo sono i top manager che giusto, giusto, si sono regalati 19 milioni per festeggiare i meravigliosi risultati ottenuti nel 2012 (vedi lo scorso post) ???
Come altre volte ho scritto, a voi l'ardua sentenza, ma io un'idea me la sono già fatta.
Ma veniamo al motivo che ha determinato il titolo di questo post. Dopo che le area professionali hanno dovuto chinare la testa su tutti e anche più di quei punti sopra elencati, secondo voi la dirigenza a chi pensava affermando che in banca si guadagna troppo?
Intanto con la fungibilità delle funzioni prevista dall'ultimo CCNL si è dato un duro colpo alla distinzione fra quadri e aree professionali, ora che cosa arriverà?
D'altra parte, se per le aree professionali ormai il barile è stato raschiato, ora non manca che raschiarlo per gli altri...
Top Manager esclusi, ovviamente!

martedì 7 maggio 2013

La famiglia FALCRI Centro Leasing cresce ancora!


Dal post del 4 febbraio 2013 - l'obiettivo è vicino.

Benvenuta Chiara.
Ma sgombriamo subito la mente da ogni dubbio; le persone contano, è innegabile, ma quello che conta maggiormente sono le idee. Quello che mi interessa è trasferire il messaggio fondamentale che c’è un modo di fare sindacato e un modo di tutelare i propri diritti di lavoratore diverso.
Questo è ciò che cerchiamo di fare con FALCRI e cioè dire all’azienda che non siamo disposti a chinare a qualsiasi soffio di vento la nostra testa, perché siamo coscienti del nostro valore, della nostra professionalità e delle nostre capacità lavorative.
Le persone fanno le associazioni  ed io ho avuto la fortuna di essere circondato in questa nuova esperienza, di personaggi eccezionali, dentro FALCRI Firenze e nella mia azienda, ma non basta. Le persone escono fuori se le idee le sorreggono, e allora continuiamo con le nostre legittime richieste.
Chiarezza,
chiarezza,
chiarezza!