Fine ottobre, i primi di novembre, e potremo
assistere ad un nuovo inizio di anno scolastico. Ma questa volta non saranno i nostri
bambini, sotto l’occhio apprensivo dei
genitori, a varcare la soglia di scuola, ma saremo noi ad entrare nel palazzone
di Novoli.
Un occhio ad una cartina improvvisata e via fra
quegli sconosciuti corridoi a cercare la scrivania assegnata.
Le date ufficiali (ufficiali perché ”voci ufficiali”,
non perché qualcuno dalla Direzione del Personale le abbia comunicate, ci tengo
a precisare) sono:
·
27
ottobre i colleghi ex Centro Factoring (trasloco dal 24 al 26 ottobre)
·
10
novembre i colleghi ex Centro Leasing (trasloco dal 7 al 9 novembre)
Quindi, come si dice a Firenze, “siamo alle porte
coi sassi”* così per dire che il
fatidico momento del trasloco è veramente prossimo.
Per qualcuno sarà una manna, per altri una piccola
tragedia; chi si avvicina e chi si allontana da casa. Sicuramente troveremo un
ambiente nuovo, moderno, più pulito e funzionale… almeno si spera.
E infine, permettetemi una battuta da buon ex
Centro Leasing:
“Quelli del Factoring, i soliti fortunati! Si
trasferiscono prima e ci prendono i posti migliori. Che invidia!!!”
A beneficio dei lettori non fiorentini
*“Siamo alle porte coi
sassi.”
E' uno dei più antichi modi di dire fiorentini; il suo significato è:
"ci siamo quasi", "il tempo stringe".
Per spiegarlo bisogna tornare alla Firenze medievale, quando ancora non
esistevano gli orologi.
Il ritmo delle giornate era allora scandito solo dal rintocco delle campane
cittadine, che indicavano col loro suono al tramonto, l'approssimarsi della
chiusura delle porte cittadine. Chi si stava avvicinando a Firenze, capiva che
era il momento di accelerare il passo o il galoppo del proprio cavallo, per non
restare chiuso fuori le mura, nel pericoloso contado infestato dai banditi, fino all'indomani mattina. I soliti ritardatari,
che non mancano mai in ogni epoca, giungendo in vista della città proprio quando le guardie cominciavano a chiudere i
grandi battenti in legno delle antiche porte non si scoraggiavano certo, ma
prendevano in mano qualche grosso sasso e lo lanciavano verso le porte per
segnalare il loro arrivo ed indurre così i custodi ad aspettarli.
Da qui il detto.