mercoledì 11 novembre 2015

UNISIN falcri silcea - RSA Mediocredito Italiano S.p.A. - Aggiornamento del 11 novembre 2015


Buongiorno a tutti.

Premetto che non era previsto questo aggiornamento visto che non ci sono state sostanziali novità rispetto all’aggiornamento del 3 scorso, ma un collega RSA sta girando per i corridoi dando informative ai propri iscritti che poi, come in un telefono senza fili, si diramano nei vari uffici con il pericolo di distorsioni. Premetto che il collega non sta facendo niente di male, anzi lo avrebbe dovuto fare anche prima e di più, che quello che dice è assolutamente plausibile e che sono convinto che non lo stia facendo solo per gettare scompiglio, ma mi corre l’obbligo di riportare nel giusto ambito le sue dichiarazioni. Peraltro tutto quello che sto per scrivere lo potete già tranquillamente trovare negli aggiornamenti precedenti del 03/11 – 29/10 – 14/10, a cui rimando.

 

Premesso ciò iniziamo dalle notizie certe:

Dopo l’importante riorganizzazione del settore commerciale (SFI) con il sostanziale incasellamento di tutta la rete nelle filiale di Banca dei Territori e lo scorporo di tutto il contenzioso ex leasing nella nuova società ISP Provis,  MCI è prossima ad un’ulteriore ristrutturazione che interesserà un numero imprecisato di colleghi (la Dott.ssa Ordasso di Capo Gruppo ha parlato di “centinaia di persone”!?!). Questa ristrutturazione avrà una prima fase che terminerà il 1° semestre 2016. MCI e Capo Gruppo stanno in questi giorni studiando come procedere alla ristrutturazione e quindi se avanzare con trasferimenti ad personam e distacchi (che non necessitano di procedura sindacale) o se con vere e proprie cessioni di ramo d’azienda (che però necessitano di modalità tecniche molto più complesse). Questo è quello che è ad oggi certo perché dichiarato pubblicamente da Capo Gruppo.

 

Avanziamo quindi con le congetture:

I primi settori che dovrebbero essere interessati sono sicuramente il personale (il fatto che il direttore del personale Gherardi sia uscito dall’azienda senza essere sostituito la dice lunga), e il settore Operations (cioè uffici che vanno dai Servizi Generali agli incassi ex leasing e ex factoring e che si trovano sulla destra dell’attuale organigramma, tanto per intendersi). Nella seconda fase della ristrutturazione, successiva a luglio 2015, i settori interessati dovrebbero essere i “Crediti” (la parte sinistra dell’organigramma) intesi sia come concessione che come recupero. Oltre a tutto il medio management, cioè la linea che risponde direttamente al Direttore Generale, che si dice debba essere eliminato.

 

CONGETTURE, ipotesi, deduzioni, ovvietà, idee, teorie, insomma, trovate voi l’aggettivo che ritenete più idoneo a spiegare che queste sono possibilità. Assolutamente plausibili e che io stesso condivido ma, per il momento, non suffragate da dichiarazioni ufficiali da parte dell’azienda.

Insomma, sappiamo che deve succedere, ma non sappiamo precisamente quando, come, né quanti colleghi interesserà.

Unità Sindacale FALCRI SILCEA da mesi tiene sotto controllo la situazione ed io personalmente provvedo ad aggiornarvi costantemente perché una riorganizzazione del genere non può non destare preoccupazione e non può non essere affrontata da tutti (azienda e delegazione sindacale di gruppo) con la più alta attenzione al rispetto dei diritti dei lavoratori. Con un occhio di riguardo particolare, se mi consentite, a noi di Firenze che ormai subiamo riorganizzazioni al ritmo di oltre una all’anno.

 

P.S. – Come spero vi sia evidente mettendo insieme le notizie che trovate in questo aggiornamento e nei precedenti, la riorganizzazione del medio-lungo termine in Intesasanpaolo viene da lontano e non è certo al termine della sua corsa. Parte dalla acquisizione e poi fusione delle nostre aziende con le altre del gruppo; passa per i nuovi SFI nelle filiali come da Provis. Da gennaio inizierà una nuova fase di questo processo, niente più. C’è da preoccuparsi? Si, come ormai siamo preoccupati costantemente da cinque anni a questa parte ad ogni nuovo soffio di vento. Ecco perché la FALCRI non abbassa la guardia.

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