ISP Provis – Ricevo e giro così com’è! Usciremo a brevissimo
con un comunicato di tutte le RSA unite sull’argomento, ma ritengo sia
necessario alzare l’asticella della nostra lotta in favore dei colleghi di
Provis con preghiera a tutte le
associazioni FALCRI Intesa e alla Delegazione Nazionale Trattante di continuare
a sostenerci facendo diretta pressione con l’azienda.
“Non so se l’hai già fatto ma penso valga la pena sentire anche gli
altri sindacati per fare l’ennesimo intervento sindacale.
Ti ricordo i rilievi di Banca d’Italia sulla carenza di personale
che hanno riscontrato all’ufficio recupero crediti della Banca Etruria e che ti
avevo segnalato poche settimane fa.
Negli articoli di giornale si diceva che gli ispettori della Banca
d’Italia avevano rilevato una carenza di organico: 19 addetti che gestivano una
quantità di posizioni (550-650 a testa) superiori al numero adeguato (250).
C’è una ulteriore novità e cioè che sembra la famosa
clusterizzazione sia stata rimandata e sembra che sia stato richiesto un
intervento su questo argomento all’ufficio organizzazione di Intesasanpaolo.
Ma al di là di tutto la situazione si sta aggravando ogni giorno
che passa.
Ti elenco le problematiche maggiori:
- Arretrato in crescita verticale vista anche la crescita del numero delle posizioni che sono ampiamente sopra il migliaio (di clienti) a testa
- Adempimenti sempre più complessi e complicati anche in ordine a quelli che si sono aggiunti (cash flow, riunioni per decidere su cosa fare di volta in volta specie per quanto attiene al ritiro dei beni)
- Passaggio a Provis che ha comportato la moltiplicazione degli archivi su cui lavorare (nsil provis, nsil mci, epc provis, epc mci) e gli uffici di interfaccia (per MCI dobbiamo interloquire con determinati uffici mentre per Provis dobbiamo interloquire con altri)
- Allargamento del numero di avvocati con cui lavori con evidenti problemi fisici (visto che si trovano a Milano o Bologna) e di relazione (un conto parlare vis a vis e un conto mandarsi l’email o per telefono)
- Posizioni che sono arrivate a Firenze senza relativo fascicolo (risoluzione, attività svolta, contratto ecc. ecc.) che ci viene passato (dicono che l’archivio che abbiamo non potrebbe contenerle tutte…)”
Una lettera che ho lasciato così com’è per mostrare il senso
di frustrazione per chi lavora in un’azienda del Gruppo lasciata allo sbando e
che non possiamo abbandonare. Capisco di aver prodotto una mail un po’ pietista,
ma era solo per sottolineare la necessità di mantenere uno sforzo comune di
lavoratori, associazioni e delegazioni per la tutela del lavoro; un invito ai
lavoratori ad impegnarsi in prima fila e un invito ai sindacati a dare tutto il
supporto necessario a chi si impegna.
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