giovedì 20 febbraio 2014

Si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie!

Trovate le analogie! Chi va, non si sa cosa trova... ma chi resta?

Battaglia di Hamburger Hill
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La battaglia di Hamburger Hill fu la fase culminante dei combattimenti verificatesi tra forze americane e nordvietnamite durante la cosiddetta Operazione Apache Snow, sferrata nella primavera 1969 dal comando statunitense per schiacciare definitivamente le forze nemiche nella Valle di A Shau. "Apache Snow" fu la quarta e ultima operazione lanciata dagli Stati Uniti per ripulire dalla presenza nordvietnamita la regione, al confine tra il Vietnam del Sud e il Laos. Gli scontri più sanguinosi avvennero su quota 937, battezzata in seguito "Hamburger Hill" dagli americani per via dei soldati e dei cadaveri statunitensi che, a fine battaglia, erano disseminati e ammucchiati lungo le pendici della collina, quasi affastellati gli uni sopra gli altri appunto come gli strati del tipico panino americano.
Storia
Il mattino del'11 maggio 1969 gli uomini della compagnia B del 3º battaglione del 187º reggimento Fanteria aviotrasportata - a sua volta dipendente dalla 3ª Brigata della 101ª Divisione aviotrasportata americana - scesero dagli elicotteri su quota 937 per quello che avrebbe dovuto essere un semplice lavoro di routine nel quadro delle vaste operazioni previste dalla Apache Snow, quarta grande manovra americana nella Valle di Ashau dopo le operazioni Delaware, Somerset Plain e Dewey Canyon.
La loro missione tuttavia si rivelò ben presto estremamente difficoltosa: presi sotto tiro dai razzi e dal fuoco delle armi leggere delle forze nordvietnamite saldamente schierate e trincerate sulla cima della collina (due battaglioni del 29º reggimento nordvietnamita), gli aviotrasportati si ritirarono più volte giù dalle pendici, venendo respinti con perdite sanguinose a ogni nuovo tentativo di risalire il crinale, nonostante il massiccio supporto di fuoco fornito dagli aerei, dagli elicotteri e dall'artiglieria. Al calar della sera, più di trenta uomini erano rimasti feriti e dieci di loro erano morti. Furono fatti arrivare gli elicotteri per evacuare i feriti e fu ordinato un altro bombardamento per facilitare la conquista della collina.
Il giorno successivo un nuovo attacco in forze della compagnia B, condotto assieme ad altri reparti del 3º battaglione giunti di rinforzo, fu bloccato dal fuoco proveniente dalla fitta rete di bunker e trincee scavate dai nord vietnamiti sulle pendici della collina. Seguì quindi un nuovo intervento dell'aviazione, e poi un nuovo assalto duramente respinto con pesanti perdite: le compagnie B e C vennero quasi decimate. La situazione non migliorò di molto nei giorni seguenti: sotto la guida diretta dell'ostinato comandante del 3º battaglione del 187º reggimento, colonnello Weldon "Blackjack" Honeycutt (ufficiale coraggioso - venne ferito tre volte durante la battaglia - ma particolarmente rigido e dalle concezioni tattiche convenzionali) gli aviotrasportati vennero continuamente lanciati all'assalto in salita lungo le pendici della collina, con pochi risultati e perdite inutili.
Un attacco in forze, sferrato il 15 maggio congiuntamente dal 3º e dal 1º battaglione del 187º reggimento, giunse in vista della cima di quota 937 quando improvvisamente un elicottero, per errore, aprì il fuoco contro i soldati americani con razzi pesanti e mitragliatrici, causando gravissime perdite. Venne ordinata un'altra ritirata in attesa di ulteriori rinforzi della 3ª brigata, mentre il morale dei soldati crollava a livelli minimi (fino quasi al punto dell'ammutinamento).
Il 20 maggio un massiccio assalto condotto contemporaneamente da tutti e quattro i battaglioni del 187º reggimento aviotrasportato giunse fino a distanza ravvicinata, e permise di travolgere le posizione nemiche e di conquistare ciò che restava della sommità di Hamburger Hill. Nel corso della battaglia, gli americani avevano subito perdite particolarmente sanguinose: quasi 80 morti e 400 feriti mentre i vietnamiti erano riusciti a contenerle grazie all'ennesima fuga oltre confine. A battaglia conclusa, su un pezzo di cartone inchiodato a un albero, un anonimo scrisse: "Hamburger Hill. Ne valeva la pena?”.

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