lunedì 7 ottobre 2013

Io sono contro lo sciopero del 31 ottobre!

Ovviamente non nel merito perché di cose per cui protestare ne abbiamo una lista della spesa, non ultima la disdetta sugli accordi per la sicurezza e salute sul lavoro. Né sul metodo anche se, effettivamente, i sindacati dovrebbero chiedersi se al giorno d’oggi lo sciopero è ancora lo strumento di lotta migliore per avanzare le proprie rimostranze all’azienda.

Ma sui modi e tempi dello sciopero non riesco a stare zitto!
In un mondo che già considera i bancari una sorta di casta di privilegiati con 16 mensilità, frutto di memorie ormai soltanto tali, degli anni d’oro (’70-’80); in un mondo completamente cambiato sotto il punto di vista della comunicazione; in un momento che richiede la massima attenzione “politica” nella scelta delle mosse giuste da contrapporre all’arroganza e violenza di aziende e associazioni di categoria che vorrebbero far pagare solamente ai lavoratori il prezzo di una crisi voluta e dovuta ad altri, come si risponde?
Si indice un giorno di sciopero senza prevedere e preventivare altre forme di protesta e lotta, per giovedì 31 ottobre, giusto prima del 1° novembre di festa in modo da poter fare un ponte lungo fino al successivo lunedì.
Le giustificazioni addotte dai sindacati sono che il 31 ottobre lo sciopero avverrà in concomitanza con la “Giornata Mondiale del Risparmio” e che, essendo un giorno prefestivo, aiuterà l’adesione.
Punto primo - ma siamo così sicuri che la gente, intendendo con questo sia i colleghi bancari che il cittadino medio, abbia l’accortezza di apprezzare il fine collegamento fra la giornata di lotta e di giornata di cultura? O forse la gente lo prenderà come i soliti bancari che si fanno un giorno di ponte in più.
Punto secondo - se si teme la bassa adesione ad un giorno di sciopero dopo:
·         la disdetta unilaterale del CCNL
·         la disdetta degli accordi per le RLS (sicurezza e salute sul lavoro)
·         dopo le liquidazioni milionarie ai top manager
·         dopo le disumane pressioni commerciali
·         le continue aggressioni al valore del lavoro
·         la solidarietà obbligatoria
·         gli esuberi dichiarati e minacciati;
allora il problema sta nella comunicazione e nel modo di fare sindacato e non nella scelta di un giorno piuttosto che di un altro. Allora forse il bancario medio non partecipa alla lotta neanche se si applica il calendario Maya. Questo è il vero problema da affrontare.
Lo sciopero va bene, ma affiancato da un serio programma di lotta e contestazione che deve comprendere la rottura delle relazioni sindacali, assemblee, manifestazioni, articoli di giornali, interventi su tutti i media, blocco della produzione e chi più ne ha più ne metta (qualcuno ricorda i minatori del Sulcis, tanto per estremizzare).
 Tutto questo è assente nei proclami dei sindacati, ahimè anche da parte della FALCRI nazionale anche se, a suo merito, con un certo distinguo e tutto questo aumenta il dubbio di molti lavoratori, almeno quelli che parlano con me e che non credo siano una minoranza, che ci si trovi davanti all’ennesimo teatrino.
Un giorno di sciopero che fa poco male a tutti, lavoratori e aziende; un tavolo delle trattative dove la parte datoriale spara a zero; un accordo raggiunto e sottoscritto alle 3 del mattino; i sindacati che si presentano ai lavoratori in assemblea magnificando la loro opera di mediazione (oh, capiamoci, di più non si poteva ottenere!!! Il solito ritornello stantio – ndr.); becchi, mazziati e tutti contenti!
Se permettete io non voglio starci a questo gioco e per questo chiedo a TUTTE le sigle sindacali di ripensare i modi ed i tempi della nostra LEGITTIMA protesta.
Si allo sciopero, ma non il 31 ottobre. Oppure, va bene il 31, ma inserito in un più ampio contesto di lotta. In ogni caso: NO AL SOLITO TEATRINO!

FALCRI - Centro Leasing

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