venerdì 9 maggio 2014

“Ecco, al solito quelli della FALCRI!”


Già me le sento le voci dietro le spalle.
“La FALCRI non sa dire di SI; basta dare contro e a loro va tutto bene; sembrano dei Grillini e niente più…”
Ma analizziamo perbene l’accordo sul VAP e cerchiamo di comprenderlo. L’accordo a prima vista è buono, se non ottimo; €. 920 di azioni + €. 736 di altre azioni se le vincoli a 3 anni + €. 820 sul conto sociale (630 cash) = Tot. 2.476. Se lo paragoniamo ai €. 1.774 se ne guadagnano circa 700.
Come direbbe un caro amico: “… e la fregatura dove sta?”
La fregatura è che il controvalore in azioni assegnato è da considerarsi, lo dice l’accordo sottoscritto, quale anticipo rispetto ai futuri premi aziendali da qui al 2017. Insomma con 700 euro l’azienda né risparmi altrettanti 700, ma per tre anni e cioè 2.100.
Capisco che i conteggi sono complicati, ma altrimenti mica li infilavano in un accordo sindacale. Sia mai che si faccia un accordo semplice e comprensibile tipo: per quest’anno il VAP è €. 1.000 punto.
Altra fregatura: se è vero che siamo di fronte ad un premio produzione, perché non lo può avere chi guadagna oltre 65.000 euro? Ad una prima analisi populista potrebbe sembrare una scelta giusta: chi guadagna molto non prende premio. Ma ad una più attenta lettura, cosa vuol dire distinguere i lavoratori secondo il censo? I sindacati hanno sempre lottato perché il premio fosse distribuito in modo equo, non a piacimento. Se è un premio produzione questo va riconosciuto a tutti coloro che hanno lavorato e prodotto (ricchi e meno ricchi), altrimenti non è più un premio produzione, bensì una liberalità dell’azienda a sostegno dei redditi più deboli e in quanto tale concedibile o meno a seconda dei desideri della stessa azienda.
Insomma, quello che desta perplessità è il modus operandi.
Si fanno accordi buoni a prima vista, ma che in se nascondono principi (“ratio” direbbe un legale) che tendono a minare diritti e retribuzioni.
Un po’ come l’ultimo accordo firmato nell’ambito della procedura di licenziamento in Mediocredito – Mediofactoring. Gli accordi sono ottimi (li ha firmati anche la FALCRI del resto), ma con questi si è affermato un principio DEVASTANTE: “Ogni azienda del Gruppo che vada bene o male, abbia i conti a posto o no, sia in perdita o no, sia produttiva o meno, può essere soggetta a licenziamento collettivo con esuberi!”
… e scusatemi se è poco.
Firmare va bene, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questi aspetti di principio.

A voi ulteriori approfondimenti sull’accordo VAP 2014.

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